Croiset Gerard (n. 1910). Sensitivo olandese, uno dei maggiori e più dotati della storia del paranormale mondiale. Figlio di attori ebrei ebbe vita errabonda e scarsa istruzione.
La sua esistenza, fino all'immediato dopoguerra, fu un susseguirsi di mestieri diversi senza che in alcuno egli riuscisse a emergere o a farsi una posizione. L'ultima di tali occupazioni, quella
cioè che egli esercitava prima di conoscere nel 1945 il prof. W.H.C. Tenhaeff dell'Università di Utrecht, fu quella di droghiere. Aveva avuto vari fenomeni di chiaroveggenza dei quali non sapeva
spiegarsi la ragione e a seguito di tali accadimenti decise di rivolgersi a colui che rappresentava allora la maggiore autorità d'Europa in materia. Tenhaeff si accorse ben presto di avere tra le
mani uno dei soggetti più dotati che avesse mai incontrato e lo sottopose a studi ed esperimenti che si protrassero a lungo, anche con la collaborazione di esperti di altre nazioni, tedeschi,
svizzeri e americani. Croiset risiedeva allora ad Enschede ove era nato, ma per poter essere sempre vicino al suo maestro, dopo alcuni anni si trasferì ad Utrecht ove aveva sede l'università e,
dal 1953, la prima cattedra europea di parapsicologia, affidata appunto al Tenhaeff. Sparsasi la fama delle capacità di Croiset, Utrecht divenne la mèta di studiosi di tutto il mondo che ivi
convenivano per studiare e osservare le facoltà di quell'uomo straordinario. Da parte sua Tenhaeff ha condotto Croiset un po' in tutto il mondo per farlo conoscere e per permettere ad altri
scienziati d'Austria, di Francia, di Germania, d'Italia e di Svizzera di poterlo studiare e osservare. E' in tale contesto che Croiset è stato anche in Italia varie volte, a Bologna nel 1955, su
invito del CSP, e a Verona nel 1956 su invito di Gastone De Boni. Ha fatto ancora una fugace apparizione in Italia nell'aprile del 1975 per visitare il minore dei suoi cinque figli, Henry, che
vive nel Trentino e che esercita la professione di fotografo. Durante tale visita però egli non ha accettato di esibirsi dichiarando di essere reduce da una grave malattia e da un delicato
intervento operatorio e di aver perduto non la capacità ma la volontà di operare come aveva prima fatto per tanti anni.
Il modo con cui Croiset riesce a vedere passato, presente e futuro costituisce una sfida a ogni spiegazione logica. Egli non ha mai preteso un centesimo per la sua attività e, se si sottopone a
qualsiasi prova, deve sentire qualcosa che interiormente lo spinge a far ciò, una molla, un interesse, una propensione o comunque una motivazione. Non ha eguali nei casi di cosiddetta
chiaroveggenza tattile, tanto che spesso viene consultato dalla polizia olandese e anche di altri stati (Stati Uniti, Germania, Francia, ecc.). Moltissime volte, solo toccando un oggetto loro
appartenuto, ha saputo ricostruire le vicende di persone scomparse, in particolare di bambini e soprattutto di bambini che si pensava fossero affogati. Questa è proprio una specializzazione per
Croiset e deriverebbe, secondo l'opinione sua, che è confermata anche dalle vedute del Tenhaeff, dal fatto che da bambino egli fu sul punto di affogare in un canale, ricevendone una impressione
talmente forte da stamparsi indelebilmente nel suo subcosciente. Croiset spesso usa come induttore delle proprie visioni una fotografia, un anello, una lettera, un mattone, un pezzo di stoffa,
una pietra o un qualunque altro oggetto, ma altrettanto spesso reagisce a una semplice telefonata e solo da una breve conversazione riesce a ricostruire e a risolvere un caso, affidandosi alla
sua intuizione, senza richiedere molti particolari. Il 23 luglio 1962, nel paesetto di Heeten, scomparve una bambina di diciotto mesi, Marijke Alfering. Centinaia di persone si misero alla
ricerca, ma invano; a sera il borgomastro di Raalte telefonò a Croiset il quale, prima ancora che l'altro parlasse, esclamò: «La bambina è viva! Dorme presso un fossato». Furono riprese le
ricerche che durarono fino a tarda notte, quando, presso un fossato, fu udito il piagnucolio di un bambino, e là fu ritrovata la piccola Marijke. Un esito meno felice ebbe il caso di Menno
Bergsma, un bambino di quattro anni pure scomparso. Consultato per telefono, Croiset descrisse una località presso un canale: il bambino era caduto nell'acqua ed era annegato. Poiché il corpo non
si trovava, il giorno dopo il sensitivo descrisse, sempre per telefono, ancor più particolareggiatamente, il luogo, e infine, consultato personalmente da un amico, indicò su una cartina il punto
preciso dove si trovava il piccolo cadavere, a pochi metri di distanza da un palo al quale si ammaravano i battelli e intorno al quale doveva essere un vecchio pneumatico di automobile. Si
riprese a dragare in quel punto; due ore dopo venne pescato un vecchio pneumatico e gettato sulla riva; alcuni bambini lo presero e uno di loro, per giuoco, lo gettò attorno al palo; dopo pochi
minuti venne ritrovato il corpo di Menno Bergsma, nel punto indicato.
Croiset non opera mai in stato di trance, ma sempre perfettamente sveglio e le sue cognizioni paranormali gli si presentano per lo più sotto forma di visioni, spesso simboliche (una pesca per lui
potrebbe voler dire cancro, perché sua madre, morta di cancro, mangiava molte pesche negli ultimi tempi della sua vita). Oltre alle facoltà chiaroveggenti tattili (psicometriche) o meno, Croiset
ha anche precognizioni estremamente precise, spontanee o provocate in sede sperimentale, specie nelle cosiddette esperienze a «sedia vuota», delle quali se ne conoscono esempi da manuale e di
grande effetto come quello di Verona nel 1956 o altre eseguite in Germania e in Olanda alla presenza di studiosi quali Hans Bender o Tenhaeff, Fahler ecc. Al pari di altri sensitivi vede con
particolare facilità nel passato dei consultanti vicende che hanno affinità con episodi da lui vissuti. Temperamento mistico, considera la sua attività come una missione al servizio dei suoi
simili: per questo si rifiuta in genere di fare esperimenti fini a se stessi, come quelli quantitativi del Rhine, che non riuscì mai a studiarlo con i suoi metodi. «Tutto quello che potrebbe
risultare da questi esperimenti», disse, «è che sono un sensitivo, e questo lo so già. E' inutile che mi metta a fare dei giochetti di carte come un bambino». Il Tenhaeff ha avuto il grande
merito di capire il suo atteggiamento e di rispettarlo ottenendo così una casistica spontanea eccezionale in un periodo in cui predominavano gli esperimenti di laboratorio. Attualmente, a causa
del suo precario stato di salute, egli si è quasi ritirato dall'attività, svolgendo solo opera di guaritore o di veggente per casi che particolarmente lo interessino. Dei suoi figli, il maggiore,
anch'egli di nome Gerard, sembra dotato di capacità analoghe, seppure inferiori alle sue. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo Dettore - ARMENIA EDITORE (pagine 339-341).
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